lunedì 23 maggio 2016

Ciao Giancarlo. Riposa, se puoi


Ciao Giancarlo. Oggi abbiamo saputo. Volevo solo dirti che no,non te lo meritavi. Probabilmente neppure ti ricordi di me. Ma io sì.  Ti  conobbi che ero un bambino, con mio padre, in quella vecchia officina che sembrava dovesse cadere a pezzi da un momento all'altro. Col pavimento sporco d'olio lubrificante. E tu eri sporco come quel pavimento. Sempre piegato su vecchie auto da sistemare. Erano gli ultimi scampoli degli anni 80, Giancarlo, anni da far girare la testa persino ad un bambino introverso e timido come me, che sognava chissà cosa. No, non mi ricordo cosa sognavo, ma sicuramente non questa merda.

E ti ho ritrovato che avevo 36 anni. Qualche mese fa,  nel garage di casa che tentavi di riparare l'auto di mio padre. Facevi fatica a rialzarti ed eri molto invecchiato. Sapevamo che avevi dei problemi, ma non ce lo immaginavamo. Proprio a te, che la vita non ti è sempre venuta facile. Prima una  cartella esattoriale che avrebbe tagliato le gambe a chiunque, poi tuo figlio e quella brutta storia di droga, ed ancora, l'incidente a tua moglie che ora, per fortuna, sta bene.

"Restano solo i ricordi", sentivo che diceva per telefono, a mio padre. Sei stato un uomo forte. Ti sei aiutato sino a quando hai potuto. Ma dimmi se ci vedi,da lassù. Dimmi se davvero è  solo luce e silenzio, o c'è qualcosa ancora. Tu che hai provato sino alla fine, dimmi perchè dev'essere sempre così difficile.Vivere.

Ero poco più che un bambino,Giancarlo, sul finire degli anni '80, e con un'auto arancione come quella di Bo & Luke volevo attraversare l'america.  Oggi ho 36 anni e non so cosa sono. Non so cosa voglio. Tutto mi fa paura. Tutto è sempre così difficile,per me.

Restano solo i ricordi.

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