sabato 23 luglio 2016

al di là è aria fresca e silenzio



Ormai si torna a scrivere su questo blog solo quando qualcuno passa a miglior vita. Anche se poi la miglior vita non esiste. Ma è bello crederlo.  Però nel tuo caso, forse si smette di soffrire.  Eri ancora giovane. Sopportavi la malattia col sorriso sulle labbra. Senza mai lamentarti. Di nulla. 

E mi raccontavi di quando eri ragazzo e facevi il manovale a Varzi. E si lavorava sempre. Col sole. Con la pioggia. Sotto la neve. Che freddo quell'inverno, mi dicevi. Ed il primo giorno di agosto in centro al paese dovevi fare a gomitate,mentre l'ultimo non c'era più nessuno. Erano altri tempi. C'era voglia di vivere. 

Poi la laurea presa mentre facevi l'operaio in acciaieria, ed il passaggio all'ufficio personale. Coi viaggi in sud Italia per uniformare le procedure. E quel tuo collega che lui il pesce lo mangiava solo bollente o nulla. Ed avevi appena finito di sistemare l'appartamento che ti eri comprato. 

Non lo so. Andartene così, in quel modo. Cadendo e sbattendo la testa sul pavimento di un ospedale alle due di notte. Probabilmente ti sei svegliato nel sonno confuso. Con la febbre alta. Cosa stavi sognando? Riuscivi a sentire, quando eri in coma? E' vero che si vede tutta quella luce? E' vero che ti passa davanti tutta la tua vita? O forse solo certi momenti. E quali? E perchè proprio quelli? O davvero non c'è nulla. Come spegnere un interruttore. Ed è solo silenzio e buio.

Quanto avresti potuto vivere ancora, senza questo maledetto,assurdo incidente? Ti dirò. Con le cure appropriate, secondo me ancora molto. Non stavi così male. Certo, ci sarebbero stati alti e bassi, ma venti giorni fa, quando con mio padre siete andati alla cantina, stavi bene. Lo saresti stato ancora.

Solo che la vita è assurda. Ed ingiusta. Non è altro che un odioso susseguirsi di coincidenze,piccoli dettagli,momenti,ricordi. E tutto quel pregare, tutto quel prostrarsi di fronte a dio onnipotente nostro salvatore, non è servito a nulla. Ti alzi da un letto per pisciare, per un qualche motivo cadi, sbatti la testa e muori. 

Senza di te ce la caveremo, sì, ma sarà tutto un po' più difficile di quello che già è. Sarà tutto un po' meno allegro. Io ti voglio ricordare come quando ti ho visto venti giorni fa. Quando, se non avessi saputo, neppure avrei immaginato che eri malato.

No, non ho pianto e non riesco a piangere. Sono insensibile,lo sai. Voglio solo credere che tu non ti sia accorto di nulla. Che te ne sia andato mentre, come al solito, sorridevi pensando a chissà che,senza soffrire. 

Ciao Salva. Non so se ci siamo conosciuti abbastanza. Probabilmente non conosco abbastanza neppure mio padre. Ogni tanto,quando hai tempo, dacci un occhio. Fai buon viaggio e poi,poi riposa se puoi.