martedì 29 settembre 2009

sales representative di tutto il mondo, unitevi!


officina



 



In officina da cliente.



 



Cliente di Goretexcowboy:... che comunque si vede che c’è crisi anche perché da giugno ho visto tanti di quei rappresentanti passare di qui che prima non avevo mai visto. Uno la scorsa settimana veniva addirittura dall’Emilia. Cos’è che mi ha detto? Ah sì, che lui era l’area manager di questa azienda, mi ha lasciato i cataloghi, mi ha fatto vedere a computer i suoi prodotti. Io gli ho risposto che sì, mi faceva piacere conoscerlo, ma che di lavoro al momento nemmeno l’ombra. Allora lui mi ha chiesto: "scusi, sa mica se c’è un posto qui vicino dove si beve bene e si spende poco?"



 



 



 



 

lunedì 28 settembre 2009

domenica 27 settembre 2009


voltarsi indietro



Bisogna sempre sforzarsi un po’ di più,



crederci un po’ di più,



volerlo un po’ di più.
 



Senza  mai  voltarsi una volta di più indietro.



Sembra, facile.

sabato 26 settembre 2009

prozac family



Squilla cellulare di Madre di Goretexcowboy



 



Madre di Goretexcowboy:       Sì, pronto? Come? Con chi vuole parlare? No, guardi, ha proprio sbagliato C O M P L E T A M E N T E



 



Goretexcowboy:                          Ma chi cercavano?



 



Madre di Goretexcowboy:       Allegra



 


giovedì 24 settembre 2009

autostima


tacco 12


Goretexcowboy:   Allora all’appuntamento ci vai coi tacchi da 12?

 



Francesca:            Certo
 



Goretexcowboy:   Ma così obblighi tutti sti uomini a guardarti dal basso verso l’alto
 



Francesca:            Esatto
 



Goretexcowboy:   Dal basso verso l’alto si guardano le stelle
 



Francesca:            Appunto



 



(eeeh avessi solo  metà della faccia di tolla che ha sta donna...) 


 

mercoledì 23 settembre 2009


stelle



E mi attacco alle stelle
tiro un pò a indovinare
mi predico un presente in cui non c'è niente
se non respirare

 




(Ligabue - La porta dei sogni )

 

martedì 22 settembre 2009

saggezza


Non è vero che invecchiando si diventa più saggi.

Si diventa solo un po’ più esausti per compiere certe sciocchezze.

La saggezza è una dote innata
.



lunedì 21 settembre 2009


p07_LeCoseDifficili[1]



Se il tempo servisse davvero a cancellare gli errori



certe giornate sarebbero decisamente più facili...

mercoledì 16 settembre 2009

GESù. gESù DI NAZARETH. uno di noi


Jesus Christ superstar[1]



- Ed ecco a voi, amici telespettatori, finalmente in esclusiva nei nostri studi, sui vostri teleschermi, solo per voi amici, la narrazione della parabola di un grande imprenditore raccontata dallo stesso protagonista. Sono felice di presentarvi, cari amici, lui, l’unico, l’originale, Gesù, Gesù di Nazareth. 



 



(applausi scroscianti  in studio)



 



- Gesù, prima di tutto ci conforti sulle sue condizioni di salute, come si sente?



 



Per Dio, non c’è male, mi sono ripreso alla grande. A parte un leggero formicolio alle caviglie e ai polsi, direi di sentirmi in gran forma.



 



- Ed è anche di ottimo umore, a quanto pare.



 



Beh, questo lo devo a tutte le  benzodiazepine che prendo. Sono veramente eccellenti anzi. Le consiglierei a tutti i giovani che hanno problemi di ansia, autostima, crisi convulsive,lavoro, insonnia,denaro, ecc. Non c’è niente da fare, gli antidepressivi saranno il futuro. They will rock the world!



 



- Finalmente un ospite che non ha paura di lanciare un messaggio forte ai giovani. E a tutti coloro che stanno tentando di ritrovarsi  nella fede, cosa si sente di dire? 



 



Eh?



 



- Chiaro e conciso. Ma ci dica un po’ di lei. Come ha iniziato la sua attività di imprenditore?



 



Beh, ho sempre avuto una personalità spiccatamente creativa. Dopo la laurea in Economia , mi misi alla ricerca di un  lavoro qua in Palestina, d’altronde provenivo da una famiglia decisamente modesta e non potevo certo permettermi di fare il bamboccione. Purtroppo le possibilità non erano molte per un profilo simile al mio, che  mal si addice all’allevamento di capre e cammelli. Tentai anche di proseguire l’attività di mio padre, che faceva il falegname, ma chissà perché ogni volta che dovevo piantare un chiodo me lo piantavo in una mano. A malincuore, fui costretto a desistere.



 



- Quindi  le sue primissime esperienze lavorative vanno ricercate nell’industria artigiana. Ma ci dica, dottor Gesù, quale fu il passo successivo? 



 



Beh, fui sempre attratto dal denaro, checché se ne dica in giro. Al che mi convinsi che l’unica strada percorribile per divenire ricco era quella di mettersi in proprio, aprire la propria azienda con tanto di partita iva.  In quel momento andavano molto le nuove religioni, c’era parecchio fermento nell’aria, voglia di novità, e fu così che decisi di fondare la mia chiesa, un po’ come a fine anni 90 si fondavano le prime dot- company.



 



 - Decisamente interessante. Ci fu qualcuno che la aiutò nel suo progetto? 



 



Mai come in questo caso fu valido il motto : "aiutati che il ciel t’aiuta". Dovetti fare tutto da solo, anche se un certo Pietro si offrì di darmi una mano. E non fu per niente facile. Stavo lanciando un nuovo prodotto, la chiesa cristiana, con un budget pubblicitario inesistente.



 



 - Un case study degno delle migliori facoltà. Siamo affascinati dal suo racconto, dottor Gesù. Ma ci dica: in cosa consisteva esattamente il suo prodotto? Quali vantaggi avrebbe apportato al consumatore? 



 



La vita eterna. La mia era un’idea geniale. Vendere un prodotto di cui non si può dimostrarne l’efficacia.  La “reason why” della mia trovata era: “Una volta morto, la tua anima starà molto meglio in paradiso che su questa terra”. Prova a dimostrarmi il contrario



 



 - Scusi se mi permetto di interromperla, dottor Gesù, ma non le sembra che il suo prodotto fosse basato su concetti un po’ troppo astratti? In fondo lei parla di anima, paradiso..



 



Concetti in grado di emozionare il potenziale consumatore! Emotional Assets! Tutti quei pomeriggi passati  sui libri di marketing non sono stati inutili. La vita nell’aldilà è splendida, il paradiso è un posto meraviglioso…non si sente già un po’ meglio?



 



 - Geniale, veramente  geniale, dottor Gesù. Suonerà banale, ma lei era almeno 2mila anni avanti rispetto agli altri competitor.  Ma ci dica come si concluse questa affascinante storia, una volta superata la fase di start up? 



 



Purtroppo fu l’unica fase che io conobbi. Ebbi la pessima idea di aprire il capitale ad altri soci, e proprio quando stavamo per lanciare la nuova chiesa, fui accusato da uno di questi di insider trading. Mi processarono e fui condannato. Proprio sul più bello. Avevo già  abbozzato alcuni spot per la campagna di recruiting dei nuovi agenti: io che moltiplicavo pani e pesci, io che in un completo di lino bianco che camminavo sulle acque. Nuova Chiesa Cristiana, la chiesa costruita attorno a te. L’idea era quella di cercare nuovi clienti  sfruttando lo strumento del multilevel marketing.



 



 - Un finale decisamente amaro. Ma ci dica di più su quelle accuse, erano effettivamente fondate? 



 



Macché. Semplicemente quel Giuda Iscariota soffriva si smania di protagonismo e volle per un attimo atteggiarsi a capo della stanza dei bottoni. Povero illuso. Credeva di avere chissà quali doti  manageriali. Il progetto comunque funzionò, e cominciarono a sorgere le prime chiese cristiane un po’ in tutto il mondo, con migliaia di iscritti. Se oggi fossi ancora vivo sarei il presidente della più grande multinazionale esistente sulla terra, la Chiesa Cristiana.



 



 - Ha ancora rapporti con l’attuale dirigenza? 



 



Non sento quasi più nessuno. Ho saputo che stanno trattando per avere la quota di maggioranza di Philip Morris. Chi vivrà vedrà.



 



 - Grazie. Grazie per essere stato nei nostri studi, dottor Gesù, ci ha fatto molto piacere averla qui  tra noi, come esempio per tutti i giovani. Gli antidepressivi, il denaro, il mai fidarsi nel prossimo sono tutti concetti di cui faremo tesoro. Venga a trovarci quando vuole, dottor Gesù.



 



(Applausi, pubblico in piedi, applausi scroscianti, Gesù che si atteggia a star di Hollywood  stringendo mani e firmando autografi, dissolvenza, sigla.)



 



 



 



 



 



 



 

martedì 15 settembre 2009


16752842[1]



Non mi piacciono, i cieli sereni. Così innocentemente  azzurri. Nemmeno una nuvola all’orizzonte. I cieli spagnoli, così rassicuranti. Voi riuscite a respirarli?



Dovrebbero esserci delle alternative.



Ognuno dovrebbe poter scegliere il cielo sotto il quale vivere.



A me piacciono le nuvole basse, cariche di pioggia, quando non sai mai cosa può succedere.



Da un momento all’altro può scoppiare un temporale.
Da un momento all’altro il vento può portarle lontano facendo strada al sole tiepido.



Non so mai cosa può succedere, con un cielo così.
 



Il beneficio del dubbio.



 



 



 

lunedì 14 settembre 2009

ormai...


Ghiaccio 2[1]



 



Mi manca tutto.



Non mi manca niente.



Il ghiaccio è così  spesso



da non sentire il sole.



Ormai.



 



(Uhm sì, troppe esse ma  mi piace .)

domenica 13 settembre 2009

sabato 12 settembre 2009

vietato tirarsela (la corda)


cordaspezzata



Tirando troppo la corda, alla fine, questa si spezza.



Quel che fa più male, tuttavia,



è  il cadere di schiena.

giovedì 10 settembre 2009

il sipario è calato già...


fiammella[1]



 



 



Bene.



Il sipario è calato. Le luci si stanno spegnendo, qua in sala. Almeno così mi dicono. Perché ai riflettori non ci faccio più caso da tempo. L’abitudine.



 



Lo spettacolo è stato desolante, anche stavolta. Troppe stecche. La voce che non usciva.



Solo un acuto nel finale. A salvare il salvabile, a strappare qualche timido applauso di circostanza.



 





Non ci sono più stelle alle quali attaccarsi.



 



 





In verità ci sarebbero anche. Ma che fatica. Per cosa poi.
 





Già mi ci vedo,  davanti al bancone degli imputati. La barba di tre giorni a mascherare lo sguardo assente.



“Vostro onore, in quanto esanime, il qui presente Goretexcowboy si dichiara irrimediabilmente colpevole, e come tale merita il massimo della pena”



 



Guardo la fiammella spegnersi. Sono esanime. Le ombre si fanno più lunghe e ripenso a quell’acuto sul finale.
 



Che dovrebbero essercene, di acuti e finali così.



 

mercoledì 9 settembre 2009

cose che mi succedono

camionisti
Fermarsi a parlare in inglese con un camionista svedese di donne russe nella piazza di un paese della Lomellina dimenticato da Dio.

Ma perchè?

martedì 8 settembre 2009

capitano o mio capitano


barham[1]



La bottiglia è quasi vuota.



Il Capitano l’ha aperta un attimo fa



quando irrimediabilmente ha deciso che anche stasera



la nave sarebbe affondata



 



Il vetro riflette l’immagine di un volto



che il Capitano non riconosce.



Qualcuno glielo spieghi.



C’è solo Lui, seduto su quella poltrona umida.



 



Da qualche parte arrivano delle voci



Le solite scene riviste all’infinito.



Solo un po’ più sbiadite.  



Guardarle da lontano, ogni sera,



senza domandarsi il perché.



 



La nave  è affondata.



Succede sempre più spesso,ormai. Non fa più clamore.



Qualche anima pia forse passerà a raccattare il Capitano,



forse sarà sua madre,



o forse nessuno.



 





Ogni Capitano che si rispetti deve affondare con la propria nave. Per morire nella tempesta.





La rinascita non viene garantita.



Appurato che il Capitano non è un’araba fenice.
 



Così è scritto.



 

lunedì 7 settembre 2009

sister blister on phone


Telefono[1]Il telefono squilla a casa di Goretexcowboy.



 



Sister Blister : pronto, mi senti? Qualcuno mi sente?



 



Goretexcowboy: sento una voce ma non connetto la faccia da culo alla quale appartiene. Chi tu sei?



 



Sister Blister: ma sono io, sono tua sorella no? Sto chiamando da Buenos Aires.



 



Goretexcowboy: La smetti di rompermi il cazzo con ste telefonate? Hai già chiamato la settimana scorsa, è sufficiente. Ma non eri in Canada alle cascate del Niagara?



 



Sister Blister:  uh ma no cazzo dici, sono andata a vedere le cascate ma qui in argentina, mica in Canada. Ma non hai capito niente?



 



Goretexcowboy: Sei tu che non sai spiegarti. Hai sgonfiato tanto che dovevi andare a vedere ste cascate. Saranno quelle del Niagara, ebbi pensato.



 



Sister Blister: Vabbè meglio lasciar perdere. La mamma non c’è?



 



Goretexcowboy: No, neppure papà, sono tutti morti, li ho appena uccisi. E poi anche se ci fossero non avrebbero voglia di parlare con te. Perché ti odiano. Sì, i tuoi genitori ti hanno sempre odiata, perché da piccola piangevi troppo e loro non potevano dormire. E poi non so se lo sai, ma ti hanno adottato. Ma dove sei adesso? Quanti gradi ci sono?



 



Sister Blister: sono a Buenos Aires, a casa dei genitori del mio boyfriend. Ci saranno 17, 18 gradi.



 



Goretexcowboy: 17-18 gradini? Ma dove abitate? In una palafitta?



 



Sister Blister: ma no, gradi, non gradini, gradi gradi gradi AAAAAAAARRRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGGGG TI ODIOooooooooo!!!

domenica 6 settembre 2009

autumn in myself


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E così il vento mi ha portato l’autunno.
 



Le lenzuola bagnate di lacrime



lasceranno presto il posto alle vecchie coperte



troppo  sottili  per non farmi sentire



il freddo che ho dentro.



 



Il primo giorno di scuola, i primi capelli baciati,il primo lavoro



quanti ricordi sbiaditi



tra le foto scattate a settembre.



 



Le foglie cadono senza farsi male,



dal ponte le posso vedere.



Fra poco la nebbia arriverà anche quassù



e neppure più le stelle



potranno farmi compagnia.



 



Qualcuno è partito,



qualcuno deve ancora tornare.



Mi manca tutto.



Non mi manca niente.



 



L’intero  mio regno per un paio di guanti.



Consumato il cuore, salviamo le mani,



che il freddo sul ponte si fa già sentire



 



 



 



 



 



 



 

meglio un drink

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 - Un drink, signore? -


Qual è la cosa più forte che avete, di grazia?


- Latte di suocera, signore. -


Me ne riempa pure un bicchiere

mercoledì 2 settembre 2009

morti bianche


 



pugnalata_alla_schiena[1]



 



Quanto doveva essere stupida, quella zanzara.



Continuando a sbattere contro il vetro , senza capire che da quella parte non sarebbe mai andata da nessuna parte. Sperava di fuggire, l'illusa.



 



Così l’ho schiacciata. Contro il vetro. Il buio del mattino faceva risaltare quella microscopica macchia di sangue.



Morta per sempre.





Così stupida da non vedere alternative.



 



(Così miserabile da non avere alternative. La deriva: come pugnalarsi alle spalle)





 



Padre  mi perdoni  perché ho peccato

martedì 1 settembre 2009

questioni di sfumature


Iceberg

 



Sister Blister ha gli occhi azzurri. Anche Goretexcowboy ha gli occhi azzurri. Entrambi hanno gli occhi azzurri, d’altronde sono fratello e sorella. Ma non è lo stesso azzurro.



 



 



 





L’azzurro di Sister Blister tende al blu. Un blu bellissimo. Un blu che sa della spensieratezza di quando si era bambini, di vacanze al mare coi nonni, di pic nic a pasquetta, di gite in bicicletta con le amiche, dei primi baci dati in una sera d’agosto, di sigarette fumate senza che la mamma lo venisse a sapere.
Un blu che sa di cielo e di oceano  contemporaneamente.  
Un blu che sa di Gran Canarie.
Un blu accondiscendente, sempre pronto a dirti “ok, non c’è problema, io sono sempre qui. Quando vuoi parlare, quando vuoi fare quattro risate”.
Un blu di una dolcezza grande quanto la sua fragilità.
Un blu che non sa mai qual è la cosa giusta da fare.
Un blu che a tratti diventa mare in tempesta per poi tornare limpido quando la bufera è passata, quando il veliero è affondato oppure è rientrato in porto.



 



 



 



L’azzurro di Goretexcowboy  è più  grigio, meno intenso. Azzurro ghiaccio. Nei suoi occhi se sei fortunato puoi vedere gli iceberg che si spezzano.
E’ l’azzurro di una giornata di dicembre seduti su qualche panchina di Stoccolma, a guardare la gente che passa, avvolta nei cappotti.
E’ l’azzurro di chi ha sempre viaggiato sui binari senza mai sbandare, però contromano.
E’ l’azzurro freddo dell’acciaio zincato.
E’ l’azzurro delle stalattiti che in inverno pendono dalle grondaie, o dell’acqua che scorre nei fossi dopo il disgelo.
Un azzurro  che magari ti dice “no guarda, ripassa domani che adesso non ci sono”.
In questo azzurro le barche non affondano. Non possono affondare. Non devono affondare. Sono petroliere, portaerei, rompighiaccio. Passano silenziose, indifferenti. Sanno che devono salpare da un porto e approdare in un altro. Senza mai voltarsi indietro. Che ci sono delle tabelle di marcia da rispettare.



 



E’ l’azzurro della baldracca che dopo la sveltina ti chiede i 100 euro.





 



p.s.1: Ci avete mai  fatto caso? Che  i migliori  piloti  ed i cattivi dei film hanno sempre gli occhi azzurri?



 



 



p.s.2: Visto che qualcuna che passava di qui nella sua infinita dolcezza mi ha già eletto a genio della fotografia, devo riconoscere di aver trovato questa foto da qualche parte su internet quindi non è assolutamente farina del mio sacco. Grazie comunque lettrice di passaggio. Almeno ci hai provato.