giovedì 31 marzo 2011

Ich bin ein Lampedusan (io sono un Lampedusano)

jfk

Bello,alto, biondo, giovane, con lo sguardo fiero. Sale sul palco e, al microfono, pronuncia una frase  che passerà alla storia: “Io sono un lampedusano”.  

Ah no, scusate, il “lampedusano “ è da ieri sera Silvio Berluscosa Guasconcello, quell’altro era J.F. Kennedy di  “Ich bin ein Berliner”.
 

il guasconcello


D’altronde John Fitzgerald in Germania lo invitavano, il Guasconcello non lo invitano neppure in videoconferenza. Eh beh, evidentemente il fotogramma trasmesso in mondovisione di lui che bacia la mano al dittatore Muammar Gheddafi affinché accetti un umile assegno da 5 miliardi di dollari non deve avergli giovato molto all’immagine. E all’immagine del paese. Frattini ha subito tenuto a precisare che comunque non si sente escluso. Chiaro, sei in guerra contro la Libia, si fa una videoconferenza sulla guerra in Libia, e a te nemmeno lo dicono. Perché dovresti sentirti escluso? Solo una di minchia testa potrebbe sentirsi esclusa, ma fortunatamente non è il caso di Frattini.

Tornando al nostro adorato Guasconcello , sembra che abbia già brillantemente  risolto tutti i problemi di Lampedusa. È bastato pronunciare la famosa frase alla Mary Poppins : “Ghe pensi mi”, comprare una casa su ebay e promettere che sull’isola, che diventerà zona franca, si costruirà un casinò. In altre parole l’economia del neo paradiso fiscale lampedusiano si fonderà sul gioco d’azzardo. Quest’ominide deve necessariamente avere una marcia in più. Che sia la retro? E poi Obama non lo invita alle videoconferenze. Ma rob de mat!

Vorrei spendere anche due parole su quel  cuor di leone dell’ Umberto Bossi. Sino a mezz’ora fa aveva a disposizione 300 mila bergamaschi armati sino ai denti per dividere l’Italia in una guerra civile da combattersi sino all’ultima pietra. Quando USA, Francia e Gran Bretagna hanno chiesto all’Italia se si sarebbe unita nella guerra contro il dittatore libico (la cui aviazione era composta da circa 10 aerei usati), la sua risposta è stata del tipo: Uhm, beh, un attimo, uè non mi sembra il caso di essere così impulsivi, pensiamoci su un quarto di secolo, Gheddafi è sempre Gheddafi, e poi scusate, ma adesso mi scappa la cacca.

Ma non doveva essere Roby Baggio, il coniglio bagnato? 


martedì 29 marzo 2011

un graffio al cuore ed uno all'anima


graffio


Le settimane ci mettono una vita a passare, gli anni un attimo, mi dico mentre guardo la foto sulla carta d’identità  scaduta.
Sotto la firma ed il timbro sbiadito leggo la data, 13 febbraio 2006. Ricordo che  mi feci fare il documento  qualche giorno prima di partire per Roma, quando fui assunto nel meraviglioso mondo del tabacco e dovetti recarmi nella capitale per seguire i corsi di vendita.


Scritti sul cartoncino, di fianco alla foto, ci sono i connotati. Statura, capelli, altezza.
Alla voce “segni particolari” compaiono cinque barre oblique,quelle che sulla tastiera del pc figurano sopra il tasto del  7. Una accanto all’altra, sulla carta stropicciata, sembrano quasi un graffio. Un graffio all’anima che mi porto dietro da sempre, forse da troppo. Una ferita che si riapre ogni giorno per sanguinare cristalli di un’ansia purissima. Un’ansia che mi avvolge, mi sbatte contro il muro, mi fa salire in cielo per poi lasciarmi cadere all’improvviso, mi spinge uno straccio bagnato in gola, mi strappa i capelli, mi schiaccia le ossa.


(…e petali di rosso carminio che si stagliano al vento contro un cielo di latta . Mi chiedo se mai riuscirò a ridere ancora) 

domenica 20 marzo 2011

il guasconcello

berluscosa

[A proposito del commento di Silvio Berlusconi sulla vittoria di Barack Obama] Io credo che sarebbe ora di dire che è semplicemente uno sciocco. Ecco, più che puntare sul, come dire... sull'allarme istituzionale, la repubblica in crisi... Ecco cominciare a dire quello che poi appare abbastanza evidente: che è un uomo abbastanza sciocco e dice spesso cose molto sciocche, e forse è stato sopravvalutato anche dai suoi avversari. Dopo di che le polemiche, insomma, è persino inutile farle. Insomma... si prende atto, si constata, si fa un sorrisetto purtroppo di sufficienza. Ecco perché la cosa triste è che si è costretti a fare un sorrisetto di sufficienza su quanto dice e fa, insomma, il primo degli italiani, escluso il capo dello dello stato, cioè il capo del governo. Piuttosto penoso, ecco... Penoso e sconsolante. Fa il commento più sciocco, non voglio neanche dire che sia una gaffe: è il commento più frivolo, più superficiale, meno colto, meno politico, meno serio. È come... come quando fa le corna nelle fotografie di gruppo, è una persona che non è all'altezza di rappresentare un paese: ma non l'Italia, qualunque paese. E dispiace, insomma, che dire? Cioè, non è neanche una cosa da dire con veemenza, la si dice con... con malinconia profonda a questo punto; però, insomma, non è una novità, dovremmo esserci abituati. Ma ne dirà un'infinità ancora di cose del genere, perché purtroppo il livello è quello: è una persona di basso livello intellettuale. Questa è la mia opinione.

(Michele Serra, audio dal sito
Repubblica.it, 6 novembre 2008)

giovedì 10 marzo 2011

questo è un paese per vecchi

 il medico di campagna

Nella sala d’aspetto del medico di campagna ci sono solo vecchi catarrosi  over 70 con la busta gialla delle analisi da far controllare. Sono quelli che solitamente votano Berluscosa  perché alzerà loro le pensioni, o Fini Gianfranco, perché i fascisti in italia continuano ad essere una trascurabile maggioranza, o Bossi Umberto ed i suoi cartelli scritti in dialetto.

Ognuno che entra sembra starci dentro quel tanto che basta per un’operazione a cuore aperto.  Dopo un attesa del genere, penso, quando verrà  mio turno sarò probabilmente già guarito.

Il medico di campagna indossa un camice bianco sottile ed è seduto alla scrivania. Aveva iniziato ad esercitare esattamente  trentun’anni fa, io ero stato il suo primo neonato come paziente.

Gli chiedo di suo figlio, che ha qualche anno meno di me e dopo il liceo aveva studiato da grafico pubblicitario. Mi dice che dopo gli studi aveva trovato solo lavoretti sottopagati con contratti d.b.d.c. (del buco del culo) coi quali non riusciva neppure a pagarsi l’affitto per una camera mortuaria a Milano. Un giorno, mi spiega, non ce l’ha più fatta, ha tirato il maniglione d’emergenza ed è partito per l’Australia, all’avventura. I primi sei mesi sono stati drammatici, ha dovuto sbrigare qualsiasi genere di lavoro, poi ha trovato un posto come grafico pubblicitario a Melbourne, una delle città più belle del mondo, come primo contratto guadagna 2mila dollari al mese, di affitto ne paga solo 350.

Mi dice che da un lato come padre è contento, ma dall’altro c’è l’amarezza di avere un figlio dall’altra parte del mondo che forse potrà abbracciare una volta l’anno. Gli rispondo che è meglio così, e che suo figlio ha tutta la mia ammirazione. Quando non hai niente, non hai niente da perdere, e suo figlio l’ha capito in tempo, ed è partito.

Come si faceva nel dopoguerra, che dall’italia si partiva per l’argentina, per l’america, e qualcuno anche per l’australia. Perché in italia potevi solo prendertela nel culo. Sono passati
sessant’anni  e non è cambiato niente. Niente.

domenica 6 marzo 2011

come va?


così così

così così
Sappiamo poco sappiamo cose

così così
Ci accontentiamo perchè noi siamo
così così
A casa nostra ci sono quadri
così così
E se c'è sole è sempre sole
così così
Sogniamo poco sogniamo sogni
così così
E nelle foto veniamo sempre
così così
Ed ogni sera ci ritroviamo
così così

(Signor Giudice - Roberto Vecchioni)