Words don't come easy to me,
How can I find a way,
to make you see, I love you,
Words don't come easy
Se potessi raccontarti. E riuscissi a farti capire. Solo una volta. Solo una dannatissima volta. L’ansia che ho dentro.
domenica 27 febbraio 2011
le parole mica vengono su facili
mercoledì 23 febbraio 2011
noemi (la cantante, non la papi-girl)
Sai ti dirò come mai
giro ancora per strada
vado a fare la spesa
ma non mi fermo più
mentre vado a cercare quello che non c'è più
perché il tempo ha cambiato le persone
ma non mi fermo più
(Noemi - Vuoto a perdere)
martedì 22 febbraio 2011
quello che sento
....poi quel rumore, come di vetri infranti.
Come di qualcosa che si rompe all'improvviso, per sempre
parole parole parole
parole che si dicono
parole che si vorrebbero dire ma che proprio proprio non escono
parole che non si dovrebbero dire perché poi magari se le dici ti penti
o magari no
parole su cui si passa sopra
parole che ci passano sopra pesanti come cuscini imbottiti di piombo
parole che si dissolvono sullo sfondo,nella calura di una notte d'estate
parole che si dissolvono controluce,nella nebbia umida di qualche pianura
parole soltanto parole, parole fra noi
lunedì 14 febbraio 2011
I grandi cambiamenti arrivano sempre in silenzio, quasi di nascosto.
Non si presentano mai con tempeste di tuoni e fulmini o con nevicate apocalittiche. Al massimo possono essere preceduti da uno scroscio di pioggia in un giorno di sole o da un refolo di vento freddo ad inizio settembre, ma nulla di più.
Ripenso all’ultima partita nell’Inter di un certo Sandro Mazzola. Dopo un banale derby di Coppa Italia, per giunta perso 2 ad 1, decise che non sarebbe più sceso in campo con le scarpe da gioco. Chissà quante volte avrà meditato il momento dell’ addio, in diciassette anni. Chissà quante volte, prima di quella, avrebbe voluto dire basta.
E magari, quando ci pensava la sera, prima di dormire, immaginava pure un addio con giro di campo, bagno di folla, premio alla carriera. Invece, in una banalissima giornata di metà maggio, alla fine di una delle partite più inutili da lui giocate, entrò negli spogliatoi e decise che era il momento di cambiare.
Un po’ come spegnere una luce per sempre. Ogni giorno premi il tasto dell’interruttore, sino a quando una sera decidi che non la riaccenderai più. Magari sono anni che ci pensi e provi a trovare il coraggio, ma la paura ti ha sempre attanagliato la gola. Poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, succede. Semplicemente perchè doveva succedere. Semplicemente perchè ci meritiamo che certe cose accadano. Quella lampadina che dava fastidio si spegne, per sempre. Il buio non fa paura, non ci sono i lupi cattivi che mordono, anche se in realtà non ci sono mai stati. E non ci pensi nemmeno più. Certe cose capitano quando meno te lo aspetti
domenica 13 febbraio 2011
ELI & BELEN
“Elisabetta non sono nulla ma sono famosa” e “culona finte tette Belen”, diceva oggi la radio mentre guidavo nel grigiore più totale della Lomellina, fanno le prime donne. Quando entra una, esce l’altra. Si guardano di traverso. Sembra che non si sopportino. Per dirla alla Goretexcowboy, hanno capito che fare le prime donne garantisce visibilità, sulle copertine dei settimanali, in tv, nei programmi radiofonici. Non sono belle, non sono brave, non sono nulla, ma hanno saputo gestirsi, si sono fidanzate con le persone giuste, hanno conosciuto le persone giuste, ed oggi sono due grandi fenomeni mediatici con dei grandi conti in banca. Tanta visibilità in tv = tanti tanti soldini. Che invidia. Ah, Belen ha anche una sorella che si vende per non meno di 4.500 euro a botta. Perché è una signora, sia ben chiaro, e non può scendere sotto quella cifra. Elisabetta e Belen però piacciono al popolino target che guarderà Sanremo, popolino fatto di sfigati che sognano di essere parte dello star system italiano, o di avere dei figli/parenti/qualcuno insomma che ne faccia parte, in modo per lo meno da poterlo raccontare agli amici ed elevarsi in un qualche modo dalla situazione di sfigati totali nella quale giacciono.
L’ultima volta in cui, di sfuggita, ho girato su Sanremo, è stato per vedere Lei. Altri tempi, altri budget, c’è poco da fare. Saluti ad assorreta. Di Belen. Love Love Love
L’ultima volta in cui, di sfuggita, ho girato su Sanremo, è stato per vedere Lei. Altri tempi, altri budget, c’è poco da fare. Saluti ad assorreta. Di Belen. Love Love Love
venerdì 11 febbraio 2011
Angelo della Nebbia (gocce che provano a bagnarci dentro)
L’Airone Bianco era troppo fradicio per spiccare il volo, se ne stava sul ciglio della strada immobile, a fissare la macchia di sangue lucido sull’asfalto umido.
Riverso nel fosso, poco più in là, il corpo esanime dell’angelo della nebbia, al quale qualcuno aveva pure dedicato una canzone.
“E’ stato un incidente”, mi dice l’Airone Bianco. “Questa mattina è stato investito da un camion. Io ero in questa risaia, cercavo qualcosa da mangiare. Lo guardavo, mentre camminava in mezzo alla strada. Penso e ripenso alla scena in continuazione. I fari, il clacson, poi quel rumore come di vetri infranti. Come di qualcosa che si rompe, all'improvviso. Sono convinto che non abbia fatto nulla, per evitare lo scontro.”
Chissà, forse aveva ragione lui.
(...scelti da chissà che mano
per esser buttati in mezzo alla nebbia
con chi alla nebbia si è già rassegnato
ed ha spalle curve
e vestiti umidi )
Riverso nel fosso, poco più in là, il corpo esanime dell’angelo della nebbia, al quale qualcuno aveva pure dedicato una canzone.
“E’ stato un incidente”, mi dice l’Airone Bianco. “Questa mattina è stato investito da un camion. Io ero in questa risaia, cercavo qualcosa da mangiare. Lo guardavo, mentre camminava in mezzo alla strada. Penso e ripenso alla scena in continuazione. I fari, il clacson, poi quel rumore come di vetri infranti. Come di qualcosa che si rompe, all'improvviso. Sono convinto che non abbia fatto nulla, per evitare lo scontro.”
Chissà, forse aveva ragione lui.
(...scelti da chissà che mano
per esser buttati in mezzo alla nebbia
con chi alla nebbia si è già rassegnato
ed ha spalle curve
e vestiti umidi )
domenica 6 febbraio 2011
if u ever want to fly
If you ever want to fly
Mulholland Drive
Up in the sky
Stand on a cliff and look down there
Don't be scared, you are alive
You are alive
You are the star tonight
Your sun electric, outta sight
Your light eclipsed the moon tonight
Electrolite
You're outta sight
giovedì 3 febbraio 2011
LA TERRA PROMESSA (in italia succede anche questo)
Renzo non era propriamente un genio, si mormora abbia avuto più di qualche problemino nel passare l’esame di maturità, ma tutta colpa di quell’odiosa tesina su Carlo Cattaneo che non veniva capita dalla commissione scolastica giacobina comunista che lo doveva giudicare. Suo padre, Umberto, è parlamentare. Renzo adesso è consigliere regionale con uno stipendio di 9mila euro al mese.
Nicole invece faceva l’igienista dentale, sino a quando non ha conosciuto Papi Silvio Berluscosa. Papi le ha trovato una particina in tv, e poi l’ha riciclata come consigliera regionale col solito stipendio da 9mila euro al mese.
Riassumendo, Renzo e la papigirl Nicole sono consiglieri regionali, stipendio da 9mila euro al mese.
Luca Speranza ha 30 anni e viene dalla provincia dell’Aquila. Laurea in Scienza della pubblica amministrazione, solo stage non pagati alle spalle. Ottiene un posto come segretario factotum comunale presso il comune di Carrega Ligure, Basso Piemonte, provincia di Alessandria, 587km da casa, superando una selezione di 45 candidati provenienti a tutta Italia (80 domande di assunzione). Il comune di Carrega Ligure conta circa 9 abitanti nel periodo invernale. Farà di tutto, dallo spalare la neve in inverno alla redazione del bilancio comunale, si legge nell’articolo.
Luca Speranza finalmente ha coronato il suo sogno, avere un posto fisso con uno stipendio fisso. Bravo Luca e bravo il sindaco del paese a non aver assunto il solito parente.
E’ l’happy ending all’italiana.
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