Se potessi raccontarti. E riuscissi a farti capire. Solo una volta. Solo una dannatissima volta. L’ansia che ho dentro.
lunedì 24 ottobre 2011
altro che luce.....
La luce alla fine del tunnel non si intravvede nemmeno più, probabilmente si è spenta o forse non era una luce ma solo la mia suggestione, alimentata da una vana speranza che qualcosa dopo tutto potesse cambiare.
Alti e bassi, qualche acuto, qualche urlo strozzato in gola con la paura di fare troppo rumore, che non si sa mai, che bisogna sempre andarci coi piedi di piombo, tanto è inutile farsi troppe illusioni.
Adesso, l’unica cosa che scorgo davanti a me, è il solito muro di cemento grigio, freddo, che sembra quasi di ghiaccio. Chissà che fatica doverlo scalare di nuovo, con le mani già doloranti dal solito arrancare, con quelle ferite che conosco troppo bene e che tornano regolarmente a sanguinare. Alzarsi, cadere, rialzarsi, ogni volta con qualche livido in più,con la pelle che si fa sempre più dura, quasi insensibile.
Che poi ad essere onesti non ci avevo davvero mai creduto. Sapevo delle coincidenze. Sapevo che ad ognuno spettano quei 15 minuti di celebrità, ma poi si deve tornare necessariamente coi piedi per terra, la vita non è un film, figuriamoci la sfiga.
Grandi prospettive che si sono disciolte come aulin in un bicchier d’acqua. Il tutto nel giro di un paio di settimane. Dalle stelle alle solite maleodoranti stalle.
A volte cristosanto ritornano. Con puntualità svizzera, per giunta.
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