martedì 8 settembre 2009

capitano o mio capitano


barham[1]



La bottiglia è quasi vuota.



Il Capitano l’ha aperta un attimo fa



quando irrimediabilmente ha deciso che anche stasera



la nave sarebbe affondata



 



Il vetro riflette l’immagine di un volto



che il Capitano non riconosce.



Qualcuno glielo spieghi.



C’è solo Lui, seduto su quella poltrona umida.



 



Da qualche parte arrivano delle voci



Le solite scene riviste all’infinito.



Solo un po’ più sbiadite.  



Guardarle da lontano, ogni sera,



senza domandarsi il perché.



 



La nave  è affondata.



Succede sempre più spesso,ormai. Non fa più clamore.



Qualche anima pia forse passerà a raccattare il Capitano,



forse sarà sua madre,



o forse nessuno.



 





Ogni Capitano che si rispetti deve affondare con la propria nave. Per morire nella tempesta.





La rinascita non viene garantita.



Appurato che il Capitano non è un’araba fenice.
 



Così è scritto.



 

3 commenti:

  1. accipicchia. leggo solo ora. secondo me non schiatta, il Capitano. anzi forse è già morto e anche già risorto. vediamo se supera la soglia critica dei dieci giorni.

    "non sei la stessa persona che ho letto in msn. sembri così sicura e forte e e e ... "

    e poi dicono che sia immorale spendere trecento euro per un paio di sandali tacco dodici. a me sembra un affare, invece. la luce che avvolge il buio fino a renderlo un puntino lontano. e scusa se è poco.

    ti bacio molto, stasera.

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  2. oibò, gli altri che affogano insieme alla nave sono i topi della stiva! ;)

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  3. @Ila: Nan, lo sai che quando la nave affonda i primi a scappare sono proprio i topi, seguiti dalle puttane? e il Capitano rimane solo soletto, abbracciato all'albero maestro a parlare con la luna.

    @Harlock70: Frà, 300 euro per un tacco da 12? Ne aggiungevi altri 300 e ti facevi allungare le tibie per sempre. O no? Ti voglio bene.

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