domenica 5 giugno 2011

anche solo per un attimo (random thinking...)

 rain-on-window1[1]

Dublino, domenica 5 giugno 2011

 Il mondo è grigio il mondo è blu, cantava quel tale. Al momento è solo grigio, piove da una settimana  e queste colline sanno molto di autunno strappalacrime anche se siamo ad inizio estate. O, meglio, dovremmo essere ad inizio estate, ma i tuoni e le nuvole basse cariche di acqua sembrano ricordarmi che la strada verso il sole sarà ancora lunga. Non che sia un folle amante del sole, del caldo e dell’estate. Anche perché con l’estate mi scatta la solita associazione di idee. Estate=donne in infradito=nulla di + volgare=voglia di prenderne a schiaffi qualcuna. Dicevo.
Ma con tutta quest’acqua non si può neppure andare a pescare.


 Il mondo è bello perché e vario. Per chi ha i soldi.Tanti. Un fottio.

L’oroscopo spiegava che, dal 4 giugno in poi, per i capricornini come me sarebbe stato tutto più facile, quasi in discesa. In altre parole l’anno 2011 sarebbe iniziato il 4 giugno 2011. Affari, soldi,lavoro, amore per chi ne cerca, salute. Di tutto di più. Una nuova alba dopo un semestre di piombo.

Per il momento non è successo granché. A parte il solito barbiere che mi ha fatto il suo solito taglio alla Gianni  Vaffanculo Morandi nonostante gli avessi detto di apportare solo qualche sforbiciata. Ma porca troia. Ogni volta è così. Ma più di tanto non mi arrabbio neppure.  Meno del prezzo che mi fa lui, ci sono solo i cinesi. Dunque forza e coraggio. Un domani, forse, ricresceranno. E comunque diamo tempo agli astri che facciano il loro sporco lavoro.


Domenica, 5 giugno 2011.
Domenica lunatica. Domenica bagnata. Domenica di merda, con qualche bottiglia di birra in frigo e nessuna voglia di bere. Meglio così, mi dico.
Tra l’altro non siamo neppure a Dublino ma in bassa collina da qualche parte in Piemonte. Mica c’avevate creduto? E dalla finestra aperta  guardo la pioggia che cade incessante ed inalo il profumo dell’erba bagnata.
Un profumo che mi rimanda a qualsiasi cosa. Un profumo così maledettamente carico di malinconia. Di un qualcosa che mi manca e che non so definire. Di un qualcosa che vorrei dire ma che non mi vengono le parole. E più lo respiro e più non so chi sono.

Qualcuno è partito per sempre. Qualcuno è partito per sempre ma forse un giorno ci rincontreremo.  Magari in qualche piazzola di sosta ai bordi di un’autostrada che non porta da nessuna parte.  Con gli occhiali da sole scuri e qualche ferita che chissà, forse ormai  si sarà cicatrizzata. E ci riabbracceremo con quella finta freddezza che solo noi sappiamo dispensare e che ci rende così insopportabili. E ci diremo che sì, sono passati gli anni e che  a fatica siamo sempre qui e che  cerchiamo di farla andare. E che, nonostante tutto, nonostante  sia passato del tempo dall’ultima volta, in realtà ci siamo sempre un po’  pensati , anche solo per ricordarci, un attimo. Anche solo per riscaldarci, un attimo.
Che il freddo è lo stesso da qualsiasi parte si vada.
Forse davvero non è tempo per noi. O forse sì. Anche solo per un attimo.



[[Proverbio cinese: “ci vuole giorno molto piovoso per annegare papera”. Però adesso basta. Che più che papera io sono Paperino. Oppure Paperoga. Quando si dice, l’imbarazzo della scelta]].  




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