Dicono che i conti si facciano alla fine, e probabilmente hanno ragione.
Di questo 2010 appena terminato. Non doveva essere nulla, e nulla è stato. Non vi avevo riposto aspettative, illusioni, sogni da realizzare, e forse anche sbagliando. Speravo solo se ne passasse liscio, senza fare troppo rumore, senza lasciare troppi vetri in frantumi, e così effettivamente è andato.
E’ stato un po’ come intravvedere nuovamente la luce alla fine del tunnel. Che luce magari è pure una parola grossa. Comunque non ne sono uscito a pezzi come a fine 2009, e questo comunque è già un qualcosa di positivo.
Per quanto riguarda il 2011 invece, non so che dire. I presupposti non sono dei migliori, ed è sempre tutto un po’ più difficile. Più difficile rispetto al giorno prima. Più difficile rispetto all’ umanamente sopportabile. E’ tutto troppo, difficile.
E la paura è sempre tanta. Darei qualsiasi cosa per poter fare un respiro a pieni polmoni,chiudere gli occhi ed addormentarmi sulla poltrona, anche solo per mezz'ora.
Invece non si può.
Quando si cammina su di una corda tesa, esposta ai sette venti, non è permessa alcuna distrazione. Non è permesso niente di niente. Solo stringere i denti. Non si può neppure fischiare.
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