domenica 30 maggio 2010

un dentifricio qualunque


vetri infranti



Rumore di vetri infranti, di alberi che cadono, di sassi che piovono sulla strada asfaltata, di lamiere che si contorcono fra loro,di sacchetti di carta fatti esplodere per scherzo.



È il rumore che si sente quando quello che poteva essere si scontra con quello che è stato. O, peggio, con quello che è.



 



Dannatamente difficile. Accettare di essere uno dei tanti.  Un prodotto di largo consumo. Una saponetta, un dentifricio,un rotolo di carta igienica.



 



C’è stato un  momento in cui realmente facevo,chiamavo, andavo, disfavo. Ed ero esausto. Però proprio quando ero lì lì per gettare la spugna, succedeva la magia. Tutto andava per il verso giusto. Tutto si concludeva nel migliore dei modi. C’è stato un momento in cui realmente sono stato fortunato. Senza accorgermene. Dicono che la fortuna aiuti gli audaci. Probabilmente per un breve periodo lo sono stato. Forse senza accorgermene, ma lo sono stato.



 



Adesso invece niente. La fortuna è finita. L’improvvisato Harry Potter che viveva dentro di me chissà che fine ha fatto. Dev’essere morto. Di stenti, di fatica, di ansie mal represse. Chissà. Forse ha emanato l’ultimo respiro sdraiato su petali di rose blu. Chissà.



 



Ma questo me lo aspettavo. Il problema è che  non ci provo nemmeno più. Non è che non ne ho voglia. Solo, non ci riesco.  E’ più forte di me. Troppo più forte di me .



 



 



 

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