giovedì 29 settembre 2011

NANI DENTRO


NANI INSIDE

Sono alto 1.88. Come un po’ di gente importante. Tanto che dico sempre che non vorrei mai essere un cm in più o un cm in meno. Perché così posso bullarmi come un bullo di periferia di essere alto come i miei due calciatori preferiti, il buon Giacinto Facchetti, pace all’anima sua, e l’extraterrestre Lucio Aimar da Silva. O come i  miei attori preferiti, l’immenso Clint Eastwood o l’elegantissimo James Coburn. O come il più grande body builder della storia, Arnold Schwarzenegger. O come David Gandy, che con la pubblicità del profumo un po’ di visibilità l’ha pure avuta.


E ci sono delle volte che mi guardo nelle foto e dico: ma quanto sono alto? Almeno rispetto alla media, alla gente che mi  sta intorno. Che se fossi in Olanda probabilmente sarei pure basso, ma qui no, qui sono serenamente sopra la media.

La cosa strana è che mi sento un nano. Mi sento un Alvaro Vitali, o un Lino Banfi, o un Domenico Morfeo qualunque, uno di quelli che  quando guida la macchina o tocca i pedali o tiene il volante. Non so da cosa derivi.  Questo senso di non sentirsi all’altezza. Anche fisicamente.  Questa sensazione di essere sempre inferiore alla media, sempre in basso, sempre indietro. Di non riuscire ad arrivare a.

Piccoli traumi infantili forse. Livelli di serotonina bassi magari?
Però che brutto, vivere per sentirsi così.  

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