Le mani sono livide e nemmeno me ne accorgo. Atrofizzate da un vento gelido che spinge lontano qualsiasi cosa.
Tutto si confonde, in un vortice di nubi sporche,polvere, e timidi lampi di luce.
Rimane un sacchetto vuoto di plastica bianca, aggrovigliato alle spine delle rose.
Come quel brandello di paura impigliato sul fondo del mio stomaco.
Come quel po’ di neve grigia ammassata nel fosso, lungo la strada.
Ci vuole del tempo, lo so.
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