Se potessi raccontarti. E riuscissi a farti capire. Solo una volta. Solo una dannatissima volta. L’ansia che ho dentro.
giovedì 1 dicembre 2011
chi coltiva rose ha l'animo nobile, anche se poi magari bestemmia unpo' per questioni di location ed altro
C’erano due autoarticolati rovesciati su di un fianco nel fosso, questa mattina. Uno in autostrada, in rettilineo. L’altro lungo una strada in mezzo alla campagna, sempre in rettilineo. Boh, forse gli autisti si addormentano, forse la nebbia, non so.
Sì sì è brutto da tutte le parti ma qui di più, è inutile che cerchi di edulcorare la situazione. Qui esponenzialmente di più. Tendenzialmente ad infinito di più. Quindi stattene pure zitto, che mi fai più piacere. Di cuore.
L’ingegnere dell’azienda cliente che non mi può pagare ha 44 anni, mi dice di aver buttato gli ultimi tre anni nel cesso. “Chi me l’ha fatto fare di venire qui, tre anni fa”, mi chiede?
Ma che cosa gli rispondo? Come lo consolo? Io poi. Che sono fatto di Prozac per reggermi in piedi. Per alzarmi dal letto il mattino. Questo qui è una persona seria, con la bimba da portare a scuola di danza e tutte le menate. Le auto non gli piacciono, il calcio non lo segue. Di figa non parla. Ognuno si salva sa solo. Ma che brutto, così.
Domani vado in Toscana, forse compro due rose da collezione per ultimare il giardino. Mi domando perchè continuo a buttare dei soldi in rose, tanto già lo so che poi non crescono perché non hanno l’esposizione adatta. La location adatta, come direbbe qualche guru del marketing. La location è importante nella vita di una persona. Non scegli il posto dove nasci, e raramente quello dove vivi.
(nella foto: Magia Nera, Barni.com. Ce l'ho)
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