Vladivostok, 18 novembre 2010
Fa freddo e c’è quasi un metro di neve ai bordi delle strade ma non mi preoccupo, il mio mercedes ML 400 è attrezzato per affrontare qualsiasi situazione.
L’ingegnere che mi attende al caldo della reception si chiama Tanisha, ha venticinque anni ed è responsabile della manutenzione di tutti gli impianti. Mi ricorda tanto Natasha Stefanenko da giovane, è solo un po’ più alta e con un seno un po’ più prorompente. Le chiedo come faccia a non avere freddo, in minigonna a meno venti. Lei si mette a ridere ed in un italiano quasi perfetto mi offre una tazza di the bollente.
Mi porta a visionare gli impianti. La struttura è grande quanto il paese in cui vivo in Italia. Oltre al frastuono delle presse, si sente solo il profumo dell’acciaio misto al Prada Ambre della mia referente. Mi dice che avrebbe bisogno di circa ics mila casse di componenti per le manutenzioni invernali.
Faccio due calcoli, sarebbero su per giù 3 milioni di euro di materiale.
Sarebbero circa 3 milioni di euro di materiale – le rispondo – quando trattiamo con l’estero noi siamo soliti chiedere sempre un acconto del 50%, ma dubito che voi siate disposti a darci … -
Tre milioni di euro? Noi pagare tutto subito, adesso, in …come si dice cash in italiano….contanti? Per favore, per favore, io avere bisogno di quei componenti….per favore…-
Ogni parola ed ogni respiro erano scanditi da un nugolo di condensa che faceva molto “ winter in New York”. Anche un’acciaieria, talvolta, può essere romantica.
Beh, se è per farti un favore personale, d’accordo, faremo questo sforzo – le rispondo
Firmo il contratto nel suo ufficio. Mi porge una stilografica in oro massiccio che pesa quanto il mio femore.
Ecco fatto. Avrai il tuo materiale entro metà del prossimo mese, sei contenta? –
Grazie, grazie, tu molto buono con me, tu molto buono con popolo russo. Tu volere fare idromassaggio con me, così, per scaldarti un poco? –
Mi squilla il cellulare. E’ Oksana, la buyer delle Acciaierie Riunite di Mosca. Mi chiede dove sono finito, sto tardando all’appuntamento. Mi sta facendo venire a prendere dall’elicottero aziendale, non c’è tempo da perdere.
Sono costretto a congedarmi. - Mi dispiace, Tanisha, ma devo proprio andare. Il lavoro mi chiama. E poi, sai come diciamo noi, in Italia,…prima il dovere… -
Provincia di Cuneo, 18 novembre 2010
Fa freddo e piove. Qua è tutto grigio. Ogni cosa che tocchi è bagnata. Ti accorgi che sei provincia di Cuneo dal fetore di letame suino che fuoriesce dalle stalle e che ti impregna i vestiti. Un fetore che, per togliertelo di dosso, devi buttarti sotto un treno.
Suono al citofono mezzo rotto del cancello, stando attento a non morire fulminato. Nel cortile c’è un vecchio muletto giallo oltre al Porsche Cayenne Turbo del titolare. Viene ad aprirmi una pacioccona coi baffi alta quanto una buca. Indossa un vecchio tutone Adidas di quelli lucidi che andavano di moda negli anni novanta. Dev’essere la segretaria.
Chiedo del titolare. La tizia mi fa strada dopo aver rifilato un calcio nel culo ad un odioso bastardino legato alla catena che, con le sue zampette fradice, avrebbe voluto farmi le feste.
Il capannone ormai è mezzo deserto, di tutti gli operai non è rimasto nessuno. C’è solo il titolare che mi stringe la mano o, meglio, che si pulisce la mano dal grasso stringendo la mia.
Ah bene, meno male che sei passato. A fine mese chiudo, ma avrei bisogno di due componenti per finire un lavoro. Due componenti di quelli cinesi che costano poco. Li prendo in nero, niente fattura, altrimenti come le evado, le tasse? Ah, pagamento a novanta giorni. E fammeli avere domani, se no li prendo dalla concorrenza -
Pagamento a novanta giorni? Ma se chiudi a fine mese -
Appunto -
Il cagnolino si avvicina un’altra volta indomito, insiste per farmi le feste. Questa volta il calcio in culo glielo rifilo io personalmente.
Risalgo in auto ed accendo il climatizzatore, così il parabrezza non si appanna. Sarà per il freddo, sarà per il nervoso, ma mi scappa una pisciata pazzesca.
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