Non capisco cosa ci trovino i Genovesi in una città come Genova. È una specie di Napoli, ma senza i Napoletani: sporca, puzzolente, poco lavoro, colonia di immigrati africani, basta un motorino in panne sulla sopraelevata per bloccarne il traffico, basta un nonnulla per scatenare un litigio. In aggiunta, parcheggi inesistenti se non a pagamento, con prezzi di poco inferiori a quelli di NYC. Una città, per farla breve, che potrebbe tranquillamente essere gemellata col cimitero di Tokio.
Solo una volta, in un bar del porto, incontrai un tizio che la pensava come me. Sulla settantina, sembrava vestito come capitan Findus, ed ebbe il coraggio di esclamare, con un inimitabile accento genovese: “ E belin, l’unica cosa buona che si può fare a Genova, è andarsene”.
Sarà che forse aveva ragione il Paolo Conte? Quando diceva:
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più…
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