domenica 24 maggio 2009

..sembra ieri, iester de e e i


anni80

Che quelle noiosissime  lezioni di latino non finivano mai. Ma qualcuno a parte i soliti ministri della pseudo istruzione italiana  l’ha mai capito, a cosa serva il latino? Non sarebbe molto più utile studiare il tedesco?



 



Che prendevo la patente. Finalmente potrò andare dove mi pare. Ok, ho la patente. Ma l’auto? Piccolissimo particolare.



 



Che compravo il mio primo e ultimo cellulare. Ancora me  lo ricordo, un Eriksson T28. A proposito, chissà che fine avrà fatto, ora che ci penso.



 



Che per radio trasmettevano Torn, di Natalie Imbruglia. E Lene Marlin scalava le classifiche con Unforgivable sinner.



 



Che davo la maturità. Ricordo che preso il diploma pensai: se avessi pure studiato un terzo di quello che ho studiato, sarei tranquillamente uscito lo stesso voto.



 



Che prendevo il treno, poi la metro,poi il tram, poi il tram, poi  la metro, poi il treno. Il primo del mese si faceva il mensile, e il portafoglio serviva per tenerci dentro la patente. Nemmeno una lira prima, nemmeno un euro poi.  



 



Che mi chiedevo cosa fosse internet



 



Che compravo il mio primo pc e mi connettevo a internet. Considerando che sono passati dieci anni forse viaggiava più veloce allora.



 
Che "IBM" si pronunciava "AI BI EM" ed era un caso aziendale studiato nelle ore di marketing. "Quando uscirò dalla Bocconi, sicuramente andrò a lavorare in Ai Bi Em".



 



Che si discuteva di Erasmus come di qualcosa alla portata dei più coraggiosi.  Al limite i più abbienti andavano negli Usa, oppure in UK. Adesso è un qualcosa che si dò per scontato. Quando parlo con mio cugino che è al primo anno e mi dice che il prossimo semestre andrà in Estonia, io penso: "alla sua età,  non sapevo neppure dove fosse,l’estonia". I tempi cambiano.



 



Che pensavo: tutto questo studiare, tutta quest’ansia, tutte queste nevrosi,serviranno pure a qualcosa, no?



 



 Che scrivevo la tesi.



 



Che discutevo la tesi.  Ricordo che non invitai nessuno, nemmeno mia sorella. D’altronde detesto le congratulazioni.



 Prima di me, si laureò un tizio che come minimo aveva inviato 20 parenti. Mi veniva il vomito.



Quando entrai nell’aula, il relatore mi disse: ma è da solo? Certo che sono da solo. Forza, non perdiamo altro tempo. Fra 40 minuti ho il treno in stazione.



 



Che ottenuto l’attestato, pensai: se avessi pure studiato un terzo di quello che ho studiato, sarei tranquillamente uscito lo stesso voto.



 



Che tornai a casa, aprii la porta di casa, mi sdraiai sul letto ed accesi lo stereo.  Mi passò davanti agli occhi tutta la mia carriera universitaria. Quattro anni in un attimo. "Ho l’impressione che tutta questa fatica non sia servita ad un cazzo", pensai.



 



A 5 anni dalla laurea credo di poterlo affermare con la massima serenità: tutta la mia fatica non è assolutamente servita ad un cazzo.



 



….not to be continued………..

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