C’è la nebbia fuori, e le rose sono zuppe di pioggia. Settimana
scorsa ho rispolverato un vecchio cd di Lene Marlin. Lo sto ascoltando di
continuo, mentre sono in auto. Lo avevo comprato nel 1999, a 19 anni, per
poi tirarlo fuori occasionalmente.
Ho
dei ricordi piuttosto confusi di quel periodo. In estate credo ci fosse stata
la maturità, poi in autunno mi ero iscritto ad economia. Eh già, se si potesse
tornare indietro. Per gestire i dettagli. Non le scelte importanti. I dettagli.
Sono quelli, che segnano la strada di ognuno di noi.
Mi telefona la hostess. Per dirmi cosa, per dirmi nulla.
Semplicemente aveva voglia di parlare. Di ridere. Quando qualcuno ha voglia di
ridere, chiama me. Niente di più paradossale.
Non ho dormito stanotte, e mi sento distrutto. Come già
scrissi una volta, qui non arrivano gli angeli. Gli angeli coccolano i vincenti,
i nati sotto la buona stella. Io ero uno che potenzialmente poteva scoparsi il mondo, che avrebbe potuto prendersi tutto. Ed invece. La vita mi è
sfuggita come sabbia tra le mani. E’ bastato un attimo.
Voglio dipingere questa maledetta stanza di verde muschio, comprarmi una bella
scrivania di cristallo, ed una poltrona nuova.
Cieli plumbei, strade diritte, facce umide. Un tempo forse esercitavano anche un certo qual fascino
su di me. Adesso sono il niente.
In fin dei conti, volevo solo vivere anch'io.
Nessun commento:
Posta un commento