Oggi non ci sono. Per
nessuno. Nemmeno per me stesso. Soprattutto per me stesso.
Paura di prendere qualsiasi
iniziativa. Anche la più piccola. Anche la più insignificante. Credo sia
esaurimento nervoso. Prossima settimana cercherò di trascinarmi dal medico per
certificarlo. E dammi sti antidepressivi, cristo, sono ormai tre anni che non
riesco a dormire una notte tutta intera. Che cazzo di altra prova ti serve? Devo
uccidere mia madre?
Facce voci vite che mi passano di fianco. Rapide,
veloci. Le guardo di sfuggita. Loro non guardano me. Loro non hanno né il tempo
né la voglia . Perché dovrebbero?
Non ho un amico che non abbia
fatto carriera. Me li ricordo tutti. Salvo un paio di eccezioni, non erano così
più intelligenti di me. Sono quasi tutti sposati, casa,bambini,suocere,asili.
Io non so. Io non so dove andare a sbattere la testa già di mercoledì. IO NON
STO COMBINANDO NIENTE. IO NON STO ANDANDO DA NESSUNA PARTE. IO SONO UN MORTO
VIVENTE, che è peggio che l’ essere morti del tutto. Se fossi morto del tutto
almeno mi riposerei. Nella mia bella tomba. In questo bel cimiterino di campagna che vedo dalla
finestra dello studio. Sulla collina. In mezzo al niente. Coi muri bianchi. L’aria
fresca.
Sono nervoso. Nervosissimo. Ed esausto.
Una mail ad Alessia. Dall’altra
parte del mondo. Mi ringrazia, se la sta passando bene. Mi dice che sono il solo che la pensa, ormai
dall’italia non le scrive quasi più nessuno.
Sì, la penso. Anche se siamo
stati colleghi solo per un anno. La penso e mi manca. Vorrei che fosse qui, a
raccontarmi qualcosa. Almeno lei.
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