lunedì 26 agosto 2013


Oggi non ci sono. Per nessuno. Nemmeno per me stesso. Soprattutto per me stesso.
Paura di prendere qualsiasi iniziativa. Anche la più piccola. Anche la più insignificante. Credo sia esaurimento nervoso. Prossima settimana cercherò di trascinarmi dal medico per certificarlo. E dammi sti antidepressivi, cristo, sono ormai tre anni che non riesco a dormire una notte tutta intera. Che cazzo di altra prova ti serve? Devo uccidere mia madre?

Facce voci  vite che mi passano di fianco. Rapide, veloci. Le guardo di sfuggita. Loro non guardano me. Loro non hanno né il tempo né la voglia . Perché dovrebbero?

Non ho un amico che non abbia fatto carriera. Me li ricordo tutti. Salvo un paio di eccezioni, non erano così più intelligenti di me. Sono quasi tutti sposati, casa,bambini,suocere,asili. Io non so. Io non so dove andare a sbattere la testa già di mercoledì. IO NON STO COMBINANDO NIENTE. IO NON STO ANDANDO DA NESSUNA PARTE. IO SONO UN MORTO VIVENTE, che è peggio che l’ essere morti del tutto. Se fossi morto del tutto almeno mi riposerei. Nella mia bella tomba. In questo  bel cimiterino di campagna che vedo dalla finestra dello studio. Sulla collina. In mezzo al niente. Coi muri bianchi. L’aria fresca.

Sono nervoso. Nervosissimo.  Ed esausto.
Una mail ad Alessia. Dall’altra parte del mondo. Mi ringrazia, se la sta passando bene.  Mi dice che sono il solo che la pensa, ormai dall’italia non le scrive quasi più nessuno.

Sì, la penso. Anche se siamo stati colleghi solo per un anno. La penso e mi manca. Vorrei che fosse qui, a raccontarmi qualcosa. Almeno lei.

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