Se potessi raccontarti. E riuscissi a farti capire. Solo una volta. Solo una dannatissima volta. L’ansia che ho dentro.
martedì 12 luglio 2011
quanto mi fanno incazzare i pubblicitari
Oggi entrando in farmacia mi giravano i coglioni.
Non tanto per il fatto che ogni volta che ci devi comprare una qualsiasi cosa occorre ipotecare un rene, piuttosto perché in vetrina c’era un manifesto enorme che reclamizzava la crema solare della Vichy. Il manifesto che vedete sopra. Dove c’è la mocciosa sdraiata vicino a quel pezzo di figa, sempre in white, che i pubblicitari vorrebbero spacciare per la madre.
E’ chiaramente pubblicità ingannevole. Non esistono mamme di quel genere. Di quel genere esistono modelle, ma non mamme.
Almeno. Quando ero un bambino io, le mamme erano più larghe che lunghe, coi peli sotto le ascelle che ci potevi fare i rasta e due parmacotti come gambe. E quando facevi notare loro che erano grasse, perché io lo facevo, ti rispondevano di farti li cazzi tua perché dieci anni prima avevano tipo messo al mondo un bambino, quindi era normale che fossero “un po’ sfatte”.
Appunto. Dieci anni prima. Ed erano ancora sfatte. Rob da matt.
Ma porca puttana. Questa qui è alta 1 e ottanta e pesa 50 chili, ha due gambe che me le sognerò per i prossimi sei mesi. Non è credibile.
I pubblicitari non sono gente credibile. I pubblicitari mi fanno girare i coglioni.
O mi confermano che le mamme di oggi sono così, o meritano di morire.
(E ringraziate che non vi taggo il post sotto "Fronte di Liberazione Nazionale". Va ben.)
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