Esattamente come tre anni fa, anche se oggi è fine maggio e c'è un sole incerto. Dentro al capannone della fiera, le luci sono basse, ed è rimasto solo qualche operaio.
Esattamente come tre anni fa, ho come la sensazione di quando si rompe qualcosa dentro, e ti ritrovi a dover raccogliere quei frammenti di te stesso che sono finiti sparsi chissà dove, senza apparente motivo.
Io ti parlo, ma tu non rispondi. Forse non mi ascolti, o forse non sai cosa dire. Perché tutto questo? Perché non cambia mai niente in meglio? Perché deve essere sempre così difficile, per me? Perché questa paura, di non riuscire, di sbagliare. In qualsiasi cosa. Che mi scava dentro, mi logora ogni giorno di più, ogni ora di più. Se solo riuscissi a spiegarti, quanto è frustrante,questo mio sopravvivere.
Carina però, la hostess lituana. Ha lasciato casa a 21 anni, per venire a lavorare in Italia, adesso ne ha 26. Abbiamo parlato di tutto per una settimana. I suoi impegni, il suo fidanzato, i suoi viaggi in treno, la palestra, i posti che ha visitato, le sue amiche in giro per il mondo. Con quel suo sorriso alla Julia Roberts e l'accento dell'est. Credo che oggi già non si ricordi più neppure come mi chiamo. Semplicemente, non ne ha motivo.
"Come vorrei che tu fossi qui", o come cantano i Pink Floyd, "How I wish u were here". Nel mio immaginario, non è per una persona in particolare. E' riferito a qualcuno che non esiste nella realtà, ma che vorrei qui, al mio fianco, in questo momento. Per riempire i vuoti che lascia questa mia malinconia, per alleggerire il peso di questa mia vita di cartone umido.
Come ad ogni inizio estate, quest'anno in leggero anticipo. Come vorrei che tu fossi qui.
Nessun commento:
Posta un commento